Una teoresi per l'esistenza. Leopardi, Husserl, Wittgenstein (Francesco di Maria)
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Una teoresi per l'esistenza. Leopardi, Husserl, Wittgenstein (Francesco di Maria)

18,00 €
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FORMATO 15x21

PAGINE 146

ISBN 978-88-3300-337-5

PRIMA EDIZIONE OTTOBRE 2023

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La scienza è una conquista fondamentale e insostituibile della civiltà umana, come seppero molto bene Leopardi, Husserl e Wittgenstein, ma niente essa può dire e può aiutare a capire circa i problemi più reali e angosciosi della vita, circa i problemi del senso o del non-senso dell’esistenza umana nel suo complesso. La razionalità è sempre oltre la scienza e introduce permanentemente nella sfera del mistero, dell’indicibile, dell’ineffabile. La scienza è fondata sul dubbio e da esso muove ogni sua avventura conoscitiva ma, alla fine, essa si arresta alle soglie del mistero, di un mistero che però non è suscettibile di essere svelato con le stesse modalità conoscitive con cui possono essere svelati i misteri del cosmo o della natura.  A quel punto si impone il silenzio, che si caratterizza come naufragio critico esistenziale in Leopardi, come sospensione maieutica di giudizio in Husserl, come metapensiero e metalinguaggio in Wittgenstein. Questo silenzio è il silenzio di una fede: nella speranza di una vita che potrebbe continuare anche al di là dell’assordante e gelida legge del nulla e della morte. Ma quel silenzio non è un muto silenzio, un silenzio puramente contemplativo o estatico, bensì un silenzio che ha una sua sonorità riflessiva, una sottile funzione allusiva, una inespressa ma virtuale e potente energia immaginaria.  È un silenzio che sembra evocare la rûah, lo spirito divino, il soffio, il respiro, lo sconvolgente spirito di vita che aleggia su tutti gli esseri viventi. Per ciò stesso esso non può essere associato ad una concezione fiacca, apatica, disimpegnata e improduttiva della spiritualità, ma ad un insopprimibile anche se soffocato bisogno razionale e spirituale di gridare che le ordinarie verità del mondo devono essere necessariamente integrate con le mancanti verità della vita e della fede nel trascendente metastorico. Potrebbe essere questo il silenzio che pervade, in modi sia pure diversi, l’opera di Leopardi non meno che quella dei due grandi filosofi europei in esame.  Gli esiti della loro struggente teoresi sarebbero venuti articolandosi in modi diversi, ma quel che c’è di rilevante e di originale nell’interrogazione dei nostri geniali interlocutori, è il profondo bisogno psicologico, è la particolare tensione morale che ne sta alla base, anche se quel bisogno e quella tensione in Leopardi e Wittgenstein appaiono emozionalmente più densi, più dirompenti e coinvolgenti seppur non identici, che non in Husserl, che avrebbe affidato l’indagine su Dio alla radicale, ateologica, ma esistenzialmente non traumatica o travolgente intenzionalità logico-fenomenologica, e che, attraverso questa, avrebbe mirato a ridurre Dio ai modi specifici di una coscienza sempre oscillante tra la pura essenza dell’io fenomenologico e le forme empiriche e impure dell’io naturale e ingenuo. 

Francesco di Maria, nato nel 1949 a Cosenza, ha insegnato filosofia e storia nei Licei di questa città. È autore di molti articoli e di numerose pubblicazioni in volume, tra cui si possono ricordare: Incontro con Antonio Banfi, 1989; Francesco Bacone. Modernità religiosa, scienza e ideologia, 1995; Maestri di morale, 1999; Polemiche della ragione. Gramsci, Banfi, Della Volpe, 2002; Quale contemporaneità di Cristo?, 2 voll., 2019; Saggio sul pensiero di Giulio Preti. Un punto di vista cattolico, 2019; Pensare come pregare. Questioni di etica, scienza, filosofia, 2020; Meditazioni inattuali sul perdono, 2021; Tra religiosità laica e laicità cattolica. Attraverso il pensiero di Aldo Capitini, 2022; L’intellettuale globale. Tra conoscenza, etica, politica e fede, 2023; Pensieri cattolici sulla violenza, 2023; Caino. Pamphlet sulla guerra, 2023. Da segnalare anche la trilogia di scritti mariani e mariologici cui lo studioso è particolarmente legato.   

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